Un’avventura la cicloturistica “Anello di Proceno”: tra Proceno e Pitigliano, il racconto di una giornata indimenticabile

L’aria fresca di novembre mi avvolge mentre sistemo l’ultima cinghia della mia bici gravel, pronta a partire per l’Anello di Proceno. Sono emozionata: il percorso medio, quasi 77 chilometri con oltre 1.400 metri di dislivello, promette paesaggi mozzafiato e una sfida cicloturistica che già sento nelle gambe, ma che sono impaziente di vivere.

La mattina, però, non è stata clemente: faceva freddo, davvero freddo! Ho inaugurato il mio completo invernale Amiata Bike, di un rosso brillante che mi ha aiutato a sopportare le temperature rigide. Ma, lo ammetto, ho dovuto aggiungere una giacca per non tremare troppo. Gli amici (maschi) di Amiata Bike, invece, affrontavano il gelo con un po’ più di coraggio… e meno strati! :) loro si che pedalano veloci! Come il mio caro amico Riccardo Gangale, che a differenza degli altri ha la pazienza di aspettarmi!

Appena partiti da Proceno, il freddo si è trasformato in pura gioia: il paesaggio autunnale mi accoglie con i suoi colori caldi, e la pedalata inizia a scaldarmi. Il percorso è lungo e in alcuni tratti impegnativo, ma offre continue sorprese: per un lungo tratto si scorge sempre Castell’Azzara e questo mi fa sentire a casa!

Alcuni luoghi indimenticabili: la Tenuta di Castel Montorio che è un sogno, sembra uscita da un’altra epoca, immersa in un’atmosfera di quiete che mi fa dimenticare ogni fatica.

 

Lago di Mezzano

 

Attraversiamo poi il lago di Mezzano, che riflette il cielo azzurro come uno specchio naturale, e raggiungiamo Pitigliano. La salita sotto le sue antiche mura mi toglie il fiato, e non solo per lo sforzo: la bellezza del borgo scolpito nel tufo mi fa fermare per scattare qualche foto. Ogni curva svela un panorama nuovo, ogni pausa è un’occasione per immergersi nella storia e nella natura.

 

Durante il percorso, un incontro inaspettato: un fagiano ferito. Si era accasciato sul ciglio del sentiero e sembrava spaventato. Mi sono fermata, cercando di non disturbarlo troppo, e l’ho osservato mentre si riprendeva pian piano. Mi piace pensare che, dopo essersi riposato, abbia ritrovato le forze per riprendere il volo.

 

Il fagiano ferito

Il ritorno verso Proceno ci riporta lungo tratti della Via Francigena e sfiora San Giovanni delle Contee. Il sole è ormai più basso all’orizzonte, e il freddo del mattino lascia spazio a una piacevole frescura. Non vedo l’ora di arrivare al ristoro finale, ma al tempo stesso vorrei che questa giornata non finisse mai.

E poi, eccoci! A Proceno ci attende una vera festa: la sagra della polenta. Un premio perfetto per i ciclisti affamati come me. Non saprei dire quale fosse la mia versione preferita: ai funghi, ai fegatelli, al formaggio o al ragù. Forse tutte, perché ne ho assaggiate parecchie!

L’Anello di Proceno non è solo una sfida sportiva, ma un’immersione nella cultura, nella storia e nella generosità di questo territorio (l’Alta Tuscia) e della sua gente. Grazie, procenesi (in particolare a Massimiliano, Federico, Andrea, Roberto e PierDomenico) per l’accoglienza calorosa e l’organizzazione impeccabile.

 

Alla prossima edizione, Anello di Proceno! Chissà che il prossimo anno non riesca a fare il “lungo”!!! 🚴‍♀️